venerdì 14 agosto 2009

Ich Bin Ein Berliner




ICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINERICHBINEINBERLINER


È notte fuori, così notte che l'interno delle stanze di fronte alla mia si vede benissimo, macchie di luce su un fondo nero senza profondità alcuna. Qui dentro sono al sicuro, almeno fino all'alba, l'appartamento è protetto, se si sa non badare ai rumori e non farsi ipnotizzare da essi. Ho sentito di gente che è stata attirata fuori da un battito che sembrava provenire dalle pareti, dal pavimento; attirati inesorabilmente verso la porta, indotti a girare la chiave nella toppa, uscire e poi sparire nella debole luce artificiale della tromba delle scale, sotto gli occhi atterriti dei coinquilini. Mai più tornati, dicono.
Ma qui no, qui sono al sicuro, ho la musica negli auricolari, la musica giusta, sono protetto dai suoni, sono immune. Spero.
Ora che non devo scappare per un po' posso finalmente rilassarmi.