lunedì 21 maggio 2012

Mediocrità accademiche

Mi ero scordato di voler postare riguardo a questa cosa, e ora che mi è ricapitato l'articolo sottomano mi accingo a farlo.

A luglio 2011, mentre io ero nelle terre dove il tacos è croccante e la mozzarella è un derivato del cheddar, sui giornali italiani era uscita la notizia di un paper che "dimostrava" come la politica tendesse a selezionare gli individui dalle capacità medie, a discapito di quelle basse o eccellenti. Questa conclusione era riportata malignamente come "mediocracy", termine che solleticava i travagli e i santori per l'assonanza con mediocrità, quando in verità si stava appunto dicendo che si selezionavano capacità MEDIE, mentre a casa mia i mediocri sono quelli con capacità SCARSE O NULLE (il significato originario del termine è ormai andato, non rompetemi).

pic is unrelated

La mia intenzione era di far vedere come in verità sia il paper stesso ad essere ALQUANTO MEDIOCRE, testimonianza sia della pochezza del giornalismo italiano sia di una certa faciloneria in quella scienza nascente che è la sociologia/economia/sarcazzocosa.
Ad ogni modo, qui ci sono un paio di articoli usciti all'epoca (ovviamente il più gasato di tutti era quel pozzo di merda del Fatto Quotidiano):




Prima di andare a rivedere l'articolo devo fare un commento. Anzitutto non si capisce perché le conclusioni di uno studio astratto sembrino applicarsi solo all'Italia secondo i giornali, quando appunto il modello non prevede assunzioni straordinarie che si riscontrano solo in essa. Poi non vedo perché un professore di economia dell'Università della Pennsylvania (Antonio Merlo, coautore dell'articolo) si debba mettere a dire cose come
 Ma se questa è la mediocracy all’italiana, Berlusconi chi è?
“Lui è una star. Sulle sue doti non ci sono dubbi. Ma da un punto di vista strettamente analitico (?) manca delle qualità necessarie a un leader per rispondere ai bisogni dei suoi cittadini. Non ha l’onestà, la conoscenza e il rispetto delle istituzioni e della politica. Ha massimizzato gli effetti negativi della mediocracy creando un intero Parlamento di eletti di scarso valore [? sta contraddicendo il suo stesso studio, n.d.r.] che, in quanto tali, lo seguono e votano a prescindere dall’interesse nazionale e dei loro elettori”.
Voglio dire, nel momento in cui esci dal tuo campo di studi la tua opinione vale quanto quella di uno stronzo qualunque: a questo punto mi facevo un giro al bar che almeno mi bevevo uno spritz. Poco professionale insomma. Ma soprassediamo pure, farò finta di non aver letto "la formula della mediocrazia" e di non avere la bile. Certo che i giornalisti italiani si vede che hanno fatto il classico, eh.

Andiamo allora finalmente ad esaminare l'articolo scientifico.  Il paper a cui mi riferisco è

Mediocracy
Andrea Mattozzi and Antonio Merlo
NBER Working Paper No. 12920
February 2007
JEL No. D72,J44,J45
 ABSTRACT
In this paper, we study the initial recruitment of individuals in the political sector. We propose an
equilibrium model of political recruitment by a party who faces competition for political talent from
the lobbying sector. We show that a political party may deliberately choose to recruit only mediocre
politicians, in spite of the fact that it could afford to recruit better individuals who would like to become politicians. We argue that this finding may contribute to explain the observation that in many countries the political class is mostly composed of mediocre people. 

e potete trovarlo a questo indirizzo. C'è un altro paper con lo stesso titolo (questo) che si riferisce a un caso leggermente diverso e penso sia uscito dopo, quando troverò il tempo di leggerlo magari parlerò anche di quello.
 Comincio col riassumere il modello descritto nell'articolo. In viola ci sono i commenti.
Si suppone che ci sia una popolazione di individui rappresentata da un continuo di misura 1, diciamo che ogni numero reale da 0 a 1 è una persona. Già qui viene da storcere il naso, perché in politica non si parla di numeri di Avogardo (~ 6·10²³) di persone, grandezza che prendiamo euristicamente come parametro per valutare se un modello continuo sia preferibile a un modello discreto. Poiché però gli autori fanno la semplificazione di cercare delle soluzioni che siano composte di un numero finito di intervalli, possiamo interpretare la cosa come un modello a metà tra il continuo e il discreto. Andiamo avanti col modello allora.
Ciascuna persona dispone in una certa misura di "abilità politiche", una nozione astratta, ma rappresentata da un reale positivo, sulla base delle quali queste persone sono in grado di produrre un reddito. Diciamo che le abilità politiche siano la capacità di indurre le persone a fare qualcosa, di sfruttare gli agganci, etc. A dire il vero sarebbe pregevole avere una definizione di queste abilità politiche, perché se - come spiegato sotto - l'obbiettivo dei partiti è massimizzare i guadagni, perché non prendere come "abilità politica" direttamente il guadagno che si può generare? la scelta non è motivata nell'articolo. Questo porterà altri problemi, ma ne parlo più sotto.
 Le abilità politiche sono inoltre distribuite uniformemente tra la popolazione. Gli autori sostengono che è solo per semplificare l'esposizione e che in verità il risultato finale vale anche per distribuzioni non uniformi. Prendiamolo per buono.
Ci sono poi due grandi agenti in gioco, i Partiti (riuniti sotto l'egida della Politica, nel senso che sono un unico ente) e le Lobbies. Questi agenti sono in competizione tra di loro per accaparrarsi le persone, in base al fatto che queste producono un reddito in conseguenza della loro abilità. Come funzionano:
  • Il Partito paga uno stipendio a tutti i suoi funzionari. L'obbiettivo del Partito è di massimizzare il suo guadagno, dato dai soldi portati dai funzionari meno i loro stipendi. Il Partito è inoltre in grado di valutare le abilità politiche di una persona (immaginate che tramite le sezioni si riesca a valutare gli aspiranti funzionari);
  • La Lobby paga uno stipendio solo ai lobbysti con abilità almeno pari al peggiore dei funzionari del Partito; inoltre non è in grado di valutare a priori le abilità delle persone come fa il Partito, anche se ne conosce la distribuzione.
Infine, resta da stabilire la relazione tra abilità politiche e il guadagno generato. Gli autori assumono - e qui cascherà l'asino - che la funzione Guadagno (=Guadagno(abilità), i soldi prodotti da chi ha la tale abilità) sia una funzione strettamente crescente e concava.
Per chi non lo sapesse, una funzione concava è una funzione tale che la media tra due valori della funzione, f(x) e f(y) mettiamo,  è sempre minore del valore della funzione nei valori z "in mezzo" a x e y. Graficamente è una cosa così:


La linea rossa sono tutti i valori che si ottengono mediando (con peso diverso) tra f(x) e f(y), e come si vede quando z sta tra x e y (z è anch'esso la media tra x e y, con lo stesso peso) f(z) è comunque sempre maggiore di questi valori: la curva (blu) sta sopra alle medie (rosse, rette).

La conclusione dell'articolo è che la soluzione ottimale per il Partito è prendere come propri funzionari quelli con abilità compresa tra due certi valori intermedi (che si possono determinare dai parametri del sistema):

il Partito massimizza cioè i suoi guadagni scartando quelli con abilità troppo scarse MA ANCHE quelli con abilità troppo alte. Tiene solo quelli con abilità medie, e con questi realizza il suo massimo guadagno.


Il risultato a prima vista - o a chi ha fatto il classico - suona controintuitivo: ma come, perché si scartano quelli che guadagnano di più, in favore di quelli con abilità medie? se prendo quelli che guadagnano di più dovrei guadagnare di più! allora è vero che siamo condannati ad avere dei politici medi e mai eccellenti - RIVOLUZZZIONESUBBITO #OCCUPYPARLIAMENT #STICAZZI #APRIUNABIRRA
Beh, il risultato è matematicamente valido, nel senso che da quelle premesse discende come soluzione ottima quella descritta. Bisogna fare qualche conto - neanche troppo complesso - e si giunge a quella conclusione. Questo lo rende un modello valido per rappresentare la realtà?
Il problema non sta nel ragionamento, che è corretto: STA NELLE ASSUNZIONI FATTE MALAMENTE.
Andiamo infatti all'ultimo punto del modello descritto sopra, la funzione Guadagno(abilità). Gli autori dicono che è strettamente crescente, e ci sta: uno più abile guadagnerà di più. Poi però aggiungono un'altra condizione che deve soddisfare la funzione: deve essere concava. Facciamo un esempio concreto per rendere chiara la faccenda: prendo la funzione f(x)=x^½ , la radice quadrata di x. È una funzione concava e crescente come richiesto. Poi prendo quattro individui con abilità rispettivamente 2, 4, 4 e 6. Gli individui con abilità minima e massima, insieme, producono un guadagno di 2^½+6^½ = 3.864 circa. I due individui con abilità media invece producono, insieme, un guadagno di 4^½+4^½ = 4. Ovvero, insieme producono di più di una combinazione di bravi e di scarsi. Ed è così proprio per come è stata scelta la funzione: è così perché è concava. La media è sempre meno dei valori intermedi.
In pratica, IL RISULTATO OTTENUTO È GIÀ IMPLICITAMENTE ASSUNTO NELLE IPOTESI DEL MODELLO. Certo, occorrono dei conti e delle deduzioni non banali per arrivarci, MA È EVIDENTE CHE IL RISULTATO DIPENDE QUASI ESCLUSIVAMENTE DA QUELLA ASSUNZIONE FONDAMENTALE DI CONCAVITÀ. Senza quella salta tutto.
Viste da questo punto di vista ora le conclusioni dell'articolo SONO intuitive, perché l'aver scelto una funzione concava, unitalmente all'aver riservato al Partito un vantaggio competitivo notevole sulla Lobby avversaria - ovvero il fatto di saper valutare l'abilità di una persona - rende quasi evidente che il risultato sarà una selezione dei medi e una esclusione di quelli con abilità troppo distanti - bravi e scarsi.
Il fatto è che nell'intero articolo non si spiega mai perché tale funzione dovrebbe essere concava nella realtà. E avendo definito in maniera vaga e ambigua l'"abilità" politica di una persona, non c'è modo di andare a fare confronti con la realtà per vedere se è una assunzione plausibile. Onestà intellettuale vorrebbe che una assunzione pesante del genere - la convessità - fosse supportata da prove effettive per rendere il modello un vero "modello" con applicazioni alla realtà, e non solo un "toy model" a fini didattici. Voglio dire, euristicamente io potrei essere legittimato a pensare che una persona abile il doppio di me guadagni IL QUADRUPLO di me, cioè che la funzione sia f(x)=x², che è una funzione CONVESSA, ossia l'opposto di concava. Cosa me lo impedisce? In nessuna parte dell'articolo questa eventualità è esclusa, non viene data nessuna giustificazione all'ipotesi fatta.

TL;DR:  per farla breve, l'articolo di per sè è banale e basato su una singola affermazione chiave non giustificata in alcun modo, cosa che lo rende disonesto.

La sociologia è una scienza nascente - anzi, è ancora allo stadio di pre-scienza non avendo delle unità di misura per alcunché - ma questo non dovrebbe esimerla dal rigore. Se vuoi fare un articolo in cui sono coinvolte le abilità politiche, definisci che cosa sono, perché non si tratta di un termine elementare della teoria. "PUNTO" è un termine elementare che posso assumere per dato e che è identificato solo dalle sue relazioni con altri oggetti, "ABILITÀ POLITICHE" non lo è affatto. Ce ne sarebbero piene le palle anche di questi articoli basati su premesse debolissime - o quando va male false - che fanno curriculum nelle facoltà dove ancora non si sa cosa sia il rigore. Se volete fare gli scienziati, fate come hanno fatto i fisici per far nascere la fisica: spaccatevi il culo per definire delle unità di misura e dei sistemi di misurazione. Solo quando ci sono delle quantità misurabili in gioco si può parlare di scienza, e si possono usare strumenti messi a disposizione dalla matematica. Prima di allora, state solo facendo ALCHIMIA.

pic is related

Nessun commento:

Posta un commento