sabato 24 ottobre 2009

Facebukkake: un nuovo modo di socializzare


A quanto pare, tutto il baraccone di Facebook serve solo a raggranellare abbastanza informazioni da costruirci su un motore di ricerca e un AdService user-oriented[1] capace di sfidare Google. Almeno, questo è quello che si evince dall'articolo che gli ha dedicato il fu Wired 7.




Dicono a Facebook Inc. "Perchè dovresti accontentarti degli articoli sul fallimento della Chrysler raccomandati dagli algoritmi di Google News, quando puoi leggere quelli consigliati dagli amici?" (cfr. Wired n. 7, pag. 113)
Perchè IO, caro Zuckerberg, non ho tra gli amici esperti di finanza mondiale e professori di economia di Harvard: i miei contatti se ne sbattono altamente della crisi della Chrysler (e fanno bene). D'altro canto non posso nemmeno pensare di porre rimedio a questo fatto aggiungendo tra gli amici i succitati esperti di finanza mondiale, perché l'amicizia su Facebook ha la forma di un contratto bilaterale, e loro se ne sbattono altamente di me e dei miei amici (e fanno bene) - senza contare il fatto che non lo farei dato che ci tengo ancora a dare un vago significato alla parola "amicizia". Per seguire personalità di rilievo, e i contenuti che producono, esistono varie tipologie di strumenti, come Twitter ad esempio, o i Feed RSS, oppure FriendFeed se solo non lo aveste cannibalizzato dopo avergli copiato tutte le features più cretine [2] e non la sostanza. La differenza tra loro e Facebook, caro Zuckerberg, è che per loro i profili sono aperti all'esterno di default e quelli protetti sono una ristretta minoranza. Ai profili altrui ci si iscrive per seguirli, non si richiede una amicizia che deve essere contraccambiata: questo fa sì che io possa avere accesso rapido e diretto alle informazioni che mi servono, senza scomodare nessuno. Mi interessano i lavori di Neil Gaiman? benissimo, followo il profilo di Neil Gaiman su Twitter e leggo cosa fa. Mi interessano foto del culo di Demi Moore? benissimo, followo il profilo di Ashton Kutcher su Twitter e guardo i link a tinypic.
Insomma, già in questo si parte svantaggiati. Facebook preclude l'accesso a qualsiasi informazione non sia di interesse dei tuoi contatti personali, e solo ed esclusivamente loro. Non sei tu a decidere.


Vediamo come dovrebbe idealmente funzionare il motore Facebook Search: mettiamo che io cerchi informazioni su un film che voglio andare a vedere, chessò, Inglorious Basterds. Inserisco il nome nell'apposito campo del motore di ricerca e lui cerca in tutti i profili dei miei contatti informazioni su quel film. Che cosa trova? "bello, mi è piaciuto" "che figata!" "stasera si va a vedere Bastardi senza Gloria :)". Se volevo dei sondaggi mi bastava andare su rottentomatoes.com a controllare (tanto più che dei sondaggi me ne faccio poco o niente, infatti a me il film non è piaciuto). Ma lo stesso succederebbe con qualsiasi altro film abbastanza conosciuto da non essere appannaggio di radical chic pseudointellettualoidi: cosa ci aspettiamo di trovare? potrebbe comparire nei "film preferiti" di qualche utente, o in altri commenti tipo "FIGATA ASSURDA I ROBOTTONI DI TRANSFORMERS".
Mettiamo invece che il film che cerchiamo sia più di nicchia: non troverà niente probabilmente. Non tutti abbiamo amici che condividono i nostri stessi gusti in materia di cinema o di musica, d'altronde non ci sono vincoli del genere nell'amicizia.
Quante note dedicate all'analisi critica di un film avete mai visto? Ecco. Non è una critica, è una osservazione; d'altronde se io non posto recensioni di film non vedo perchè dovrei pretendere che lo facciano gli altri, sticazzi. Il fatto è che un campione di 120 - 200 persone (i vostri amici) non è assolutamente sufficiente a coprire uno spettro adeguato del cinema - a meno che tra di loro non abbiate Mereghetti e Ghezzi, certo - o di qualsiasi argomento interessante in generale.
L'unico modo di superare questa cosa è permettere l'accesso - almeno in ricerca - ai feed altrui, ma questa si chiama violazione della privacy, e gli utenti di Facebook hanno dimostrato più e più volte di odiarla (hanno reagito molto male anche al primo tentativo di pubblicità orientata, c.f.r. l'articolo di Wired). Credo che praticamente nessuno voglia che il proprio profilo sia accessibile a tutti, a partire dai tuoi genitori che sono curiosi di sapere perchè ti sei iscritto al gruppo "Il porco di dio - animali domestici" o come mai loro figlia al test "come sei a letto?" è risultata "una porca indomabile". Insomma, proprio no.
In definitiva, un Facebook Search non aggiungerebbe davvero informazioni utili, se non per quanto riguarda direttamente i vostri contatti, caso in cui c'è un po' di comodità aggiunta, ma niente di rivoluzionario. Un po' come il Blue-ray che è solo un Dvd+.


Quello che non viene detto di questa strategia che sta dietro alla startup Facebook è che è estremamente precaria. Tutti gli introiti futuri dell'azienda [3] dipendono esclusivamente dalla genuinità di questa mole immensa di informazione che noi utenti mettiamo loro a disposizione. Mi spiego.
Un servizio di advertising vende alle aziende una certa quantità di apparizioni nei banner. Se non sono organizzati, pioveranno a caso sugli utenti che in gran parte non saranno interessati
e reagiranno ignorando l'offerta. L'idea di un advertising mirato invece è di pubblicizzare il prodotto solo presso quegli utenti che sono interessati o possono esserlo - aumentando enormemente l'efficacia della pubblicità. Esempio: una band emergente pubblica il suo primo album e vuole pubblicizzarlo. Il sound della band è molto vicino a quello dei Built to Spill, così i banner vengono indirizzati verso gli utenti che sono fan dei Built to Spill: in questo modo hanno una probabilità maggiore di sfondare / far soldi. È quindi fondamentale conoscere le preferenze degli utenti al dettaglio per organizzare la campagna pubblicitaria.
I dati che ha a disposizione Facebook al momento sono principalmente genuini perchè - in parte per fortuna, in parte per com'è impostato[4] - gli account rispecchiano abbastanza fedelmente la vita delle persone fuori internet: il nome visualizzato è quello vero, le amicizie/conoscenze grossomodo sono quelle vere, la gente diventa fan di artisti che stima davvero e di prodotti che ama davvero, etc. Questo è ciò che ha reso Facebook differente da tutti i social network precedenti: ci si sceglieva un nickname possibilmente fantasioso, un avatar che non doveva per forza rappresentare la nostra persona, si faceva un po' il cazzo che si voleva. Informazioni per la pubblicità: prossime a zero.
In pratica, tutte le loro speranze di costruire un advertising mirato, che sia in grado di attirare in internet i grandi brand che per ora non si fidano - l'Isola del Tesoro dell'advertising cioè - si basano sulla genuinità di quei dati, solo e soltanto su quella.
Ora, ipotizziamo che un bel giorno Google e Facebook vengano finalmente allo scontro - ipoteticamente eh - scontro che, data la dimensione delle aziende, sarà senza esclusione di colpi. Viaggiamo un po' di fantasia. Cosa impedirebbe a Google di giocare sporco spendendo un po' di soldi per creare qualche milione di profili-bot con una rete di amicizie plausibile? i recaptcha possono essere inseriti un po' alla volta da persone reali (100 persone che inseriscono, mettiamo, 2000 recaptcha al giorno, in un mesetto avrebbero già attivato 6 milioni di profili) e una volta attivati agirebbero da soli, coltivando le reti di amicizia ed esprimendo preferenze e gusti fittizi che Facebook non riuscirebbe a distinguere da quelli veri se non con uno sforzo computazionale notevole, sforzo computazionale che non si può attualmente permettere e che è proprio quello che cerca di evitare. A questo punto, sebbene le pubblicità sarebbero ancora dirette verso gli utenti interessati, sarebbe impossibile quantificare questi ultimi esattamente e di conseguenza prezzare la campagna pubblicitaria: nessuno comprerebbe una vagonata di banner se poi gli utenti realmente interessati sono solo il 2%.
Quindi, è sufficiente inquinare quei dati e l'intera strategia di Facebook va a puttane, gli introiti sperati non arrivano, il titolo in borsa col tempo viene abbandonato e la startup muore. A quel punto Facebook è vulnerabile a qualsiasi nuovo social network che offra le stesse funzionalità e magari una grafica migliore (compito non così difficile), cose così.
Se invece Google vuole giocare pulito, costruirà un proprio social network che sia capace di incorporare tutti i social network - compreso Facebook - e in più offra funzionalità sconosciute prima. Ops, esiste già, è Google Wave. Deve solo diffondersi (a proposito, se qualcuno che legge ha un invito e non sa a chi darlo, eccomi qui: Sior . Giggles [simbolino della chiocciola] gmail . com).

[l'immagine è cliccabile per ingrandire]


Per concludere, tutta questa tiritera serve a dare un senso a una sola cosa: il mio desiderio di andarmene da Facebook.
È stato simpatico all'inizio, le novità, i gruppi, le applicazioni-giochi, le notizie; ora comincia a fare schifo. Da qualche mese a questa parte la home non mi offre più niente, i contenuti sono spariti o sono diventati di pessima qualità. Il declino è cominciato quando Facebook ha cominciato a diffondersi TROPPO, ed è stato invaso da gente che ha un disperato bisogno di provare senso di appartenenza per qualcosa almeno una volta al giorno - altrimenti si sentono sperduti nel vuoto cosmico della loro mente - e per farlo crea un gruppo per ogni cazzata che gli viene in mente: "Quelli che il caffè solo senza zucchero" "Quelli che si lavano le mani, poi si ricordano che erano in bagno per pisciare, così gli tocca lavarsele due volte!!1!" "Qll ke nn sn capaci d distnguere 1 cell da 1 pc qnd skrivono" "QuElLi ChE rItEnGoNo SiA FiKo ScRiVeRe CoSì" "Per tutti quelli ke se trattengono i rutti poi scoreggiano" e via discorrendo (è troppo facile prendere per il culo la gente così, non c'è nessuna soddisfazione: materiale di scarsa qualità). Oppure da quelli che fanno gruppi "simpatici"; beh, hai un messaggio nella casella di posta: NON FAI RIDERE. Senza contare le persone "impegnate" che vogliono ancora linciare Guillermo Vargas (idolo) oppure commentano le notizie come i peggiori farlocchi: "Bastardi, ci vorrebbe una rivoluzione" "Ragazzi, dobbiamo darci da fare, le cose dobbiamo cambiarle dal basso!" etc etc.
Il problema non è direttamente che Facebook è troppo diffuso, il problema è che mi fa venire in contatto con un tipo di umanità che cerco di evitare il più possibile.

Perchè ancora non me ne vado? vorrei che si trovasse un modo per impedirgli di trattenere i miei dati e non ho ancora trovato un sostituto decente (Google Wave è ancora in betatesting: vedi sopra). E poi sono terribilmente pigro.



Postilla:
Si fa un gran parlare in questi giorni del gruppo "Uccidiamo Berlusconi" (ora ha già cambiato nome), se sia lecito o no fare gruppi del genere, se ci possano essere responsabilità penali, se ci sia censura e bla bla bla. La mia opinione è che i gruppi di facebook siano l'equivalente virtuale delle chiacchere da bar: se proibite i gruppi proibite anche quelle a questo punto. Ma poi, chissenefrega.




[1] È quello che cerca di fare Google con tonnellate di matematica da anni; con il progetto Facebook sperano di ridurla o addirittura evitarla, immagino.


[2] Da dove credete che venga il "mi piace"? e la possibilità di commentare gli oggetti postati nella bacheca? (cfr. http://thenextweb.com/2009/01/12/facebook-getting-friendfeed-like-likes-the-similarities-continue/). Facebook ha comprato FriendFeed il 10 Agosto 2009.


[3] Questi introiti dovranno essere molto sostanziosi per sostenere una richiesta enorme di banda - che continuerà a crescere con gli iscritti - e una richiesta di storage che non si esaurirà fino a che il social network resterà abitato: 850 milioni di foto e 8 milioni di video al mese si fanno sentire. Tant'è che Facebook aveva annunciato che non prevedeva di chiudere in attivo prima del 2010, anche se poi ce l'ha fatta lo stesso - non so come.


[4] Non bisogna dimenticare che Facebook, lo dice anche il nome, è nato originariamente come una versione online degli Annuari delle università / scuole. Era naturale che i primi iscritti inserissero nome e cognome veri, ed è stato - per Zuckerberg & soci - una fortuna che gli utenti seguenti abbiano preso esempio.

1 commento:

  1. Secondo me non te ne sei ancora andato perchè poi non potresti più scoprire se sono online.

    RispondiElimina