giovedì 16 giugno 2011

Appunti di viaggio #4: Killer pork, killer pork, l'intestino mi hai contort

  Ok, sto ancora digerendo quindi non posso assicurare su come scriverò.
Siamo riusciti a perderci anche questa sera tornando indietro, ma la colpa oltre che della digestione da inceneritore richiesta da questi piatti è del fatto che quando fa buio le strade sono poco illuminate e si assomigliano tutte: ah c'era da girare a questa casa di legno con la staccionata... no aspetta, a quella casa di legno con la staccionata... o era quella con la casa di legno e la staccionata più lunga? fanculo, marcherò il passaggio con il piscio (o con i crostini di merda che mettono in tutte le insalate come se fossero un ingrediente delle stesse). Il fatto che tutte le strade formino angoli retti tra di loro non aiuta. Se non altro non abbiamo incontrato altri animali che potrebbero potenzialmente incornarci, anche se questo campus comincia a sembrare una via di mezzo tra un bosco e una fattoria: decine di specie di uccelli, scoiattoli dalla coda piumosa, marmotte, cerbiatti, ghiri, Joe ha detto che ha visto anche una tartaruga attraversargli la strada.

questa foto non è stata scattata dal mio cellulare, evidentemente

Comincio a fare l'orecchio alla parlata americana e ho scoperto che non c'è bisogno di prendere un certificato di inglese per venire qua e parlare con qualcuno, perché la lingua che si parla qui è diversa, è una versione dell'inglese in cui le uniche parole permesse sono:
  • y'know
  • and then he said... NO
  • she/he was all like [aggettivo/espressione buffa, non serve sapere anche gli aggettivi]
  • cool
  • awesome
  • you're right
  • stuff
  • how y'goin?
Ogni combinazione delle precedenti nell'ordine che preferite è una proposizione valida nella lingua del luogo. Davvero, è tutto. La prima cosa che vi hanno insegnato di inglese alle elementari, cioè a dire l'ora, è inutile anche quella, perché qui se dite "half past five" non capiscono, dovete dire "five and thirty". And that's all folks, anzi, per dirla come si dice qua: "cool".

Siamo a metà settimana di lezione ma arrivare alle cinque a far lezione sta diventando un'agonia, non vedo l'ora che questa cazzo di settimana introduttiva sia finita, l'unica cosa che mi spinge ad andare avanti è il fatto che venerdì POMERIGGIO a quanto pare c'è un qualcosa che non ho capito cosa sia ma ho capito la cosa importante: BIRRA LOCALE A 1$ e BIRRE EUROPEE A 2$. Gli appoggerò lì quello che ho nel portafoglio e gli dirò: "stuff" (me).

Ithaca apricot wheat beer

Un'altra cosa che mi permette di tirare avanti è il già citato caffè gratis, che oggi ho anche imparato a fare con le loro stupide macchine: sostanzialmente una macchina per il caffè come le nostre ma grande 5 volte tanto (si ricordi che qui tutto è in proporzioni esagerate, anche le bottigliette sono ciccione) il cui filtro ha le dimensioni di una ciotola per il cane [1]. Solo che ci mette tipo 10 minuti (che quando hai bisogno di caffè sembrano un'ora) a riempire il maledetto thermos grande come un'autocisterna perché produce un pisciottino di portata infima. Il bello è che dopo il primo minuto il caffè si è esaurito e continua ad uscire acqua ma a velocità pisciottino, quando ci sarebbe un rubinetto di acqua calda di portata decisamente maggiore, che è quello che usa la cinese pazza del corso. Dico pazza perché continua a tenere come un biberon un contenitore per il tè e appena finisce diventa agitata e paranoica e si mette a biascicare e corre a riempirlo per infonderci ulteriore tè. Se sei presa così ragazza, ti ci vuole la camomilla con il valium. Ah, comunque ho raddoppiato la dose di caffè che va inserita nel filtro ed è venuto un attimo più decente e caffettoso, anche se i locali che l'hanno bevuto non hanno notato la differenza, segno che non hanno proprio senso del gusto - quindi che cazzo comprate le miscele buone a fare. Italy forever comunque, mentre voi stronzi appendevate la bandiera per i 150 trovata nelle patatine San Carlo - perché ve l'aveva ricordato facebook - io adulteravo le dosi del caffè americano per portarlo verso quello italiano, PUPPATE.
Intanto i drammi cibari continuano. Fare colazione diventa difficile primo perché le dosi sono esagerate: per adattare una colazione all'italiana dovrei bere un litro di caffè americano e mangiare uno di quei dolci affetti da gigantismo di qui, quali muffin così grossi che col pirottino puoi farci una tovaglia per un piccolo tavolino, cookies che una volta secchi possono essere usati come piatti per la pizza e le varie imitazioni terribili di dolci europei (vedi gli eclair). Dopodiché passerei la mattinata a digerire anzichè tradurre la modulazione dell'aria che emette il professore in parole di senso compiuto.

and it was like [espressione di stupore mista a terrore primordiale]

In secondo luogo, fare colazione è difficile perché significa incontrare quegli individui (che probabilmente hanno un'emivita di due giorni) che fanno la colazione all'INGLESE CHE VUOLE FARLA FINITA con dei piattoni di carne(?)/salsiccia, patate, ROBA, toast, uova, CIBO insomma, ma il tutto con naturalezza, come se non stessero per prendere la pala con cui si sono scavati la tomba e usarla per asfaltarsi un'arteria. Pensavo di capire uova e pancetta, ma uova di stegosauro resuscitato da John Hammond e bistecca di cavallo di un Cavaliere dell'Apocalisse NO. "And then he said... NO."
Se devo sforzarmi per parlare bene di qualcosa riguardo al CIBO, posso confermare quello che si dice, ovvero che la carne qui è buonissima. Stasera al solito posto - ormai cominceranno a riservarci un tavolo - ho preso un (rombo di tuono) KILLER PULLED PORK SANDWICH, che sarebbe un hamburger (eh, continuano a scrivere sandwich anche se è tondo e spesso) con spalla di maiale cotta a lungo finché non diventa morbidissima. Era decisamente buona, ma come al solito pare che non sappiano valorizzare le cose che sanno fare, così oltre a servirla in un hamburgerazzo malefico ci hanno infilato sopra dei peperoni (fate pure, tanto ho un post-bruciatore al posto del piloro, il meccanico mi ha detto che ogni tanto ci devo far passare un po' di olio di colza che lo tiene pulito), due quintali di insalata mista a cipolle, e le usuali patatone fritte (fritte con la buccia e tutto tra l'altro). Quando l'ho finito mi hanno dato il tesserino di una associazione massonica segretissima, era la prova finale per entrare e io non lo sapevo. Non vi posto la foto perché sembrano tutte prese da This is why you are fat e non mi pare il caso di disgustarvi, in piatto non era così osceno da vedere (solo un po'). Riccardo invece ha sfidato le forze del Caos prendendo un pezzo di carne da tipo 3 etti - IL TAGLIO PIU' PICCOLO SUL MENU' - che, siccome era poco secondo la mentalità americana, era accompagnato da:
  • un piatto di insalata che da solo faceva una cena leggera (con i crostini di merda)
  • un panino grande come quelli che ti fanno da cena in un pub da noi, accompagnato da UNA COPPETTA DI BURRO (ma il pane a che serve? se è per la scarpetta che cazzo c'è il burro a fare? Memento Imburrare Semper)
  • una grossa patata spiaccicata con tutta la buccia
  • una coppetta di mais in qualche salsa di quelle che non devi chiedere che cos'è.
Insomma, ancora sta cosa di una portata e tre contorni, boh. Per fortuna che avevano la Newcastle Nut Brown Ale e la Ithaca Apricot Wheat Beer per mandare giù tutta questo CIBO.

mia salvatrice, potrò mai berti abbastanza?

[1] : a proposito di cani, ma lo stronzone che è venuto a lanciare il frisbee al suo border collie bianco e nero agitato l'ha fatto apposta per farmi venire mancanza del mio? ... sigh. (mia madre me lo fa vedere in cam, coff)

3 commenti:

  1. il glossario americano che hai postato è il motivo per cui non riesco più a seguire le serie USA "coi giovani", tutte un continuo "awesome", "dude", "totally"... mamma mia, che orrore

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  2. ah oggi ho sentito una tizia rivolgersi a un'altra con "hey dude", ormai è un fonema più che una parola.
    Totally qui l'ho sentito poco

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  3. forse stava pensando a questa canzone e le è sfuggito... http://www.youtube.com/watch?v=LFstthQIWZw

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